Durante il periodo del picco della pandemia di coronavirus, presso il reparto di reumatologia clinica dell’Ospedale Pini di Milano, sono stati raccolti i sieri di circa 300 pazienti soggetti a patologie reumatologiche, trattati con diverse tipologie di farmaci e caratterizzati per la presenza di sintomi riconducibili a COVID-19.
I sieri sono stati sottoposti a screening per la presenza di anticorpi contro le proteine virali da parte di Dia.Pro e circa un quinto dei pazienti ha mostrato una risposta sierologica alle proteine virali. Gruppi di pazienti sottoposti a diversi trattamenti hanno rivelato un diverso livello di anticorpi contro queste proteine e differenze nella sintomatologia COVID.
È attualmente in corso l’analisi immunofenotipica dei campioni di sangue provenienti dai pazienti autoimmuni positivi a COVID-19 trattati o meno con terapia immunosoppressiva e pazienti di controllo. L’analisi, condotta presso l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, si basa sulla citometria a flusso, tecnica di laboratorio utilizzata in ambito biomedico che si serve di un fascio di luce laser per la rilevazione, il conteggio e la caratterizzazione delle cellule.
L’analisi immunofenotipica delle cellule del sistema immunitario consiste nella caratterizzazione delle molecole (antigeni) espresse sulla membrana o nel citoplasma delle cellule, consentendo la caratterizzazione delle sottopopolazioni linfocitarie.
Tale analisi consentirà di capire se i diversi trattamenti immunosoppressori possano influenzare le risposte immunitarie innate e se questo possa essere correlato alla gravità della malattia.
Il gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare ha selezionato e acquistato un saggio per la rilevazione simultanea di 48 citochine e chemochine nei sieri dei pazienti. Le citochine e chemochine selezionate rappresentano quelle riportate come significative nell’immunopatogenesi del COVID-19. Queste analisi forniranno una panoramica delle citochine sovra-espresse nei pazienti autoimmuni affetti da COVID-19 e consentiranno di discriminare i pazienti sulla base del loro stato sintomatico e/o trattamento terapeutico.